Quando a Daniel Pennac fu chiesto quale preferisse tra i suoi libri, ha risposto: 'un libro per ragazzi, L'occhio del lupo'.
Ero piccola e non sapevo ancora chi fosse questo famoso "Daniel Pennac".
Guardavo il disegno, un lupo dietro le sbarre, leggevo la scritta 'L'occhio del lupo' e non sapevo cosa significasse.
Mia madre leggeva in silenzio le pagine, si commuoveva e non capivo il perché.
Ora che sono grande e mi ritrovo davanti la stessa immagine e le stesse righe stampate, che posso leggere con rapidità e senza più incertezze, tutto torna.

Torna la commozione di un adulto nel ritrovare l'infantile semplicità della fantasia che rende liberi...e infondo, qui, non importa se poi quello che succede sia vero o no...un bambino non se lo chiede, un bambino crede.
Torna la fascinazione di un dialogo silenzioso, occhio nell'occhio, scoprendosi ed imparando a fidarsi.
Scopro oggi, la bellezza di questo racconto e la sua poeticità.
Scopro i colori dolci e malinconici del passato e la speranza sopita.
Riscopro, come un vecchio amico, il lupo tra le sbarre ed oggi lo capisco.
Cosa darei per poter ascoltare le storie raccontate dell'Africa Gialla, Verde e Grigia.
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