Un gioco dell'oca in caselle di vita.
Un invito, un invito a raccontare e raccontarci.
Un turbinio di parole, catturate nel vento, che aprono finestre su storie, su mondi, su vite;
un turbinio di voci, ognuna uguale e ognuna diversa, ognuna giusta e ognuna sincera.
"La memoria è l'erba tagliata,
l'abbraccio di nonna,
è profonda come un pozzo"
Dalla presentazione-spettacolo alla Fiera di Roma
Dalla presentazione-spettacolo alla Fiera di Roma
Un invito che cerco di seguire e di cui sto facendo, anche qui, la mia bandiera, convinta che le storie che raccontiamo, le storie di noi, sono valore.
Insieme, per mano, a ritrovar le storie, a risvegliar le storie, entrando in punta di piedi nella stanza e parlando sottovoce come si fa con un bambino.
Storie che:

Poi, chissà quando, le parole cominciarono a sbiadire, a rimpicciolire. Accadde lentamente. Le poche parole rimaste accorciarono le storie, i ricordi si fecero invisibili, le bocche mute."
Mia nonna cuciva grandi coperte patchwork, tanti pezzetti di stoffe diverse davano vita ad un immenso tappeto danzante. Su questa splendida terra di colori ascolto, ascolto come una bambina, la dolce voce che racconta e sembra conoscere tutte le storie del mondo e sembra voglia ascoltare proprio i miei occhi per mettere anche le mie storie nel suo grande baule, nella sua immensa coperta patchwork.
La ascolto e ricordo.
Nonno che mi spinge sulla bicicletta con le rotelle giù per la discesa,
le scarpe di vernice che son durate un giorno come farfalle,
l'albero di magnolia nel cortile della scuola,
il tesoro di pietre e piume nella scatola sul soppalco,
Vestito: il vestito smesso da mia cugina e finalmente mio,
So fare: ...
qui, nel paese di Tarot, sento che, veramente, tutto va bene, non devo cercare difficili risposte da adulta, posso dire:
"so raccogliere quadrifogli"
e un nuovo mondo di poesia si schiude.

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