lunedì 23 novembre 2015

Toccare il cielo con un dito

Una domenica diversa,
nella calda e accogliente Città del Sole Esquilino,
le mie dita passeggiano libere tra morbide suggestioni e ruvide superfici.
Provo a chiudere gli occhi e dare vita ad un paesaggio, ad una storia;
le mie dita ballano e da tanto non sentivo le mie mani così vitali.

Varco un confine, quello del consueto,
e mi ritrovo in un fascinoso mondo di carta ma anche stoffa, plastica e fili di vento di lana.

Leggere con le dita,
non solo per ciechi, essendo pure un'ottima occasione di integrazione, ma fornendo un diverso approccio ed una diversa visione di libro.
Un libro sempre più "naturale" che richiama il nostro primitivo, un libro che non necessita neanche troppo di una mediazione linguistica, in cui la storia si crea sotto la pelle e dentro la pelle più che nella testa e sulle labbra.
Un libro che lascia moltissimo spazio all'istinto.

E tutto può creare un libro tattile, tutto può creare una storia, e tutto può essere rappresentato, anche un temporale estivo, basta rispondere alla domanda "Come?"
La risposta non sempre è semplice, come ho potuto sperimentare sulla mia pelle nel laboratorio, e richiede un cambio di prospettiva radicale, un processo di semplificazione e concettualizzazione, un fidarsi ciecamente che, forse, per noi grandi, risulta ancora più innaturale.
A volte, le cose semplici sono le più difficili.

Alla domanda ha risposto, raccontando con passione la sua esperienza ai bambini, Gioia Marchegiani, grande illustratrice e donna di grande tatto.
Quello che ho visto, anche a scuola, è che i bambini amano sapere da dove vengono le storie che gli saranno lette, così come amano sapere da dove proviene il libro che stringono tra le mani e che percorso ha seguito per essere proprio così com'è, un percorso, che non è fatto mai da un libro solo ma dai nonni e gli avi di quei fogli che sono giunti fino a loro.

Un racconto di un dietro le quinte appassionante e affascinante in cui nulla è lasciato al caso e che soltanto una intelligenza vivace e capace di mettersi in discussione intraprende.

Un libro che insegna ai bambini il rispetto per un materiale delicato, il valore delle scelte, il porsi domande, la ricchezza della diversità.
Una storia che insegna il valore dell'amicizia e della fantasia, con soluzioni inedite.

E poi tutti con le mani in pasta, anzi in carta, a ritagliare, incollare, discutere, provare e riprovare per per creare la nostra illustrazione tattile.

Un laboratorio ed un'esperienza, in grado di toccare realmente nel profondo il bambino, e non solo, permettendogli di sperimentare uno sguardo alternativo.Un laboratorio che mi riprometto di portare con me in classe.

Una volta fuori la città sembrava ancora di morbida stoffa, i palazzi di carta vetrata, le vetrine di stagnola, le nuvole d'ovatta ed il cielo di velluto.






Il libro tattile "Una storia che sale molto in alto" di Gioia Marchegiani ha partecipato al concorso "Tocca a te", promosso dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi per stimolare la produzione di libri tattili per l'integrazione tra vedenti e non vedenti, ed è stato premiato tra i cinque finalisti.

 





Nessun commento:

Posta un commento