Da Pennac a Giusi Marchetta il passo è breve ma neanche troppo.
Due libri sulla lettura e sull'avvicinare i ragazzi a scuola alla lettura in classe.
Prendo "Lettori si cresce" che già da un po' aspetta di essere letto nella pila sul comodino e il rimando a "Come un romanzo" è immediato.
Pur partendo dal comune ricordo della loro infanzia, raccontando episodi senza una successione cronologia e riferendosi ad un ragazzo ostile alla lettura come destinatario 'immaginario', due sono i colori che li affrescano.
Mi ritrovo nella speranza di Pennac, nell'entusiasmo con cui propone semplicemente di arrivare in classe ed iniziare a leggere. Voglio credere ancora nel potere fascinoso della lettura in sé e voglio essere speranzosa ed entusiasmarmi anche io.
Chi non ha pensato leggendolo: "Allora, era tutto così facile!"?
Chi non ha pensato di stampare un bel cartellone con 'I diritti imprescindibili del lettore' e appenderlo in classe come prima cosa, sentendosi dentro già protagonista della rivoluzione del sistema scolastico come in 'L'attimo fuggente'?
Pennac con il suo libro ci regala speranza, Marchetta, scardinandolo un piccolo bullone alla volta, ci riporta alla realtà.
Mi ritrovo nel suo essere demoralizzata, nella sensazione che tutto rimanga immutato, nella tentazione di arrendersi, nel sentirsi, alle volte, sopraffatta.
E mi rivedo in lei, lettrice vorace, anche se vorrei tanto avere la sua capacità di ricordare storie, dettagli e citazioni che invece non ho.
Giusi nel suo libro ritrae benissimo il tempo moderno e a sfumature di speranza che ancora cercano di emergere, qua e là, si alternano grandi pennellate di realismo.
Però, come vorrei che quanto scritto da Pennac fosse vero e funzionasse sempre, che avessi finalmente trovato la tanto attesa risposta a tutto...
"Come per un istinto innato si cercherà nelle pieghe di queste storie per sentirsi raccontare, prima ancora di sapere che parlano di lui."
Due anni fa mi sono trovata sola in una classe per la prima volta e non sapevo cosa fare. Sapevo, però, di dover catturare la loro attenzione ed incuriosirli su qualcosa prima che iniziassero ad agitarsi, ed io con loro. Ho preso un libro a caso dalla vecchia e disordinata biblioteca di classe sulla parete di fondo dell'aula.

Magia, già, ancora mi sembra una congiunzione di fattori così fuori dal mio controllo.
Così, scoperta la magia, ho sperato di riuscire a riproporla a diversi uditori o anche più volte in quella stessa classe. E per quell'anno invece la mia bacchetta sembrava inceppata.
Leggevo due pagine e dovevo fermarmi, continuamente, per riprendere qualcuno, nessuno sembrava ascoltarmi. E non importava quanta verve ci mettessi, quanto entusiasmo, quanta suspance...il meccanismo si era bloccato.
Mi sentivo offesa e tradita ed ho smesso, sfiduciata, di provarci.
Un'anno fa, altra classe, altra scuola, un nuovo inizio, ci ho riprovato e la magia è tornata a funzionare e più di una volta. Così abbiamo letto pagine di libri che parlavano della storia della matematica, "Come funziona la maestra?", filastrocche di Rodari, vecchi Battello a Vapore, "Gli sporcelli", "Un libro" ecc.
Quest'anno non era magia, era una relazione che sentivo tra me e loro, una comunicazione di fiducia, una fiducia che non è stata tradita ma collaudata da sorprese e scoperte.
"Solo gli appassionati della cassata insistono per fartela assaggiare sostenendo che non è poi così dolce."
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