lunedì 13 luglio 2015

Il dromedario e il cammello

Questo blog sta diventando sempre più mirato al mio ricordo che alla condivisione, un piccolo diario multimediale.
Questo post, allora, sarà una miscellanea di emozioni, scoperte e esperienze degli ultimi giorni.

Perché questo titolo?
Ho avuto modo di conoscere da poco un brevissimo racconto di Gianni Rodari intitolato appunto: 'Il cammello e il dromedario' che spinge il lettore, con leggerezza, a riflettere sulla diversità...chi tra i due e' l'animale 'normale' e chi quello sbagliato? Il cammello con quella strana escrescenza in più, o il dromedario, poverino, senza una gobba?

Tutto questo l'ho scoperto in un bellissimo incontro che ho seguito alla Bologna Children Book fair, nome che altro non vuol dire se non Fiera del libro per ragazzi di Bologna, ma il cui suono richiama in me in maniera misteriosa la parola 'fairy tale'.
Questo periodo sto approfondendo la mia passione per la letteratura per l'infanzia e mi sto molto divertendo nello scoprire un lato del mio carattere a me ancora sconosciuto, un lato avventuroso e girovago, curioso e avaro di scoperte e piccole novità, un lato che ama arricchirsi di esperienze e contatti.

Insomma, Silviapunto di nuovo in gita: Bologna la meta, andata e ritorno in giornata. Questa volta con il piacere nuovo di trovare lì 'amici' che ho visto una sola volta e con cui mi sento stranamente a mio agio.

Cosa dire della fiera? Per usare una metafora, mi sono sentita come potrebbe sentirsi una formica affamata in un supermercato.
Io, formichina curiosa e affamata, cercavo di cogliere tutto e di vedere tutto; la fiera gigantesca e caotica, a tratti all'apparenza inaccessibile.
E come la  formichina, confusa e indecisa, mi sento di esserne uscita a stomaco vuoto.

Ma se dal punto di vista 'professionale' posso considerarmi delusa, dal punto di vista 'personale' la sento una bellissima e piacevolissima vittoria.
Per me non è scontato decidere di seguire un desiderio, soprattutto se mi può sembrare un capriccio; fare un 'viaggio' da sola senza avere tutto organizzato e sotto controllo; farlo con serenità e tranquillità, profonda e vera; incontrare 'sconosciuti' e passare la giornata con loro; buttarmi all'avventura in una città nuova, sola, senza cartina, con il telefono scarico e con un treno da prendere dopo poco.

Ma tornando a noi, cosa mi porto oltre tutto questo?

Mi porto negli occhi il cielo sui palazzi del centro di Bologna, città familiare e affascinante; i tavolini dei bar sotto i portici; le torri stupende di Bologna, costruite così vicino che sembrano sfiorarsi, una punta dritta al cielo sicura, l'altra prova a copiarla ma si sbilancia, così contro la logica, eppure così armoniose; i muri pieni di annunci di illustratori, colorati e vivaci, e giovani con cartellina a cercare possibilità, quanta 'artisticità' da scoprire. Nelle orecchie le parole e le voci vivaci di compagni inaspettati di viaggio; nel cuore la commozione nella voce di un padre-disegnatore di un bambino down che è riuscito a riportare la leggerezza e l'essenza della sua esperienza, e la determinazione e maturità di una scrittrice dislessica.
Nell'anima la speranza, è una promessa a me e a voi.











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