venerdì 2 ottobre 2015

Il mio Miramuri

Mi capita tra le mani questo libro, che poi chiamarlo 'libro' forse non è nemmeno tanto corretto.
"Miramuri" il titolo.
E non fatevi ingannare come me, non è una tenera storia che viene dall'oriente.
Ma molto di più, se si ha uno sguardo abbastanza aperto da riuscire ad apprezzarne la rivoluzionaria novità.
Da piccola guardavo le nuvole e immaginavo storie, da grande ho visto bravi fotografi riuscire a cogliere piccoli dettagli, apparentemente insignificanti, di oggetti quotidiani e rivoluzionarli.
Oggi, scopro, grazie a "Miramuri" storie infinite tra le pieghe della città, tra le crepe del muro, tra le sue incrostazioni.
Storie che fanno rivivere un'idea, un'immagine, un passato, che esaltano la dignità e l'identità della foto.


Allenare uno sguardo attento e curioso, audace e spontaneo, anticonvenzionale e artistico è fondamentale sin da piccoli e come, piccole gocce, di questo si nutre la nostra fantasia.
Allora prendo questo libro e, come già vi ho raccontato altrove, lo metto nella mia "Mensola delle letture promesse".
Lo porterò in classe e partendo da una di queste uniche tavole inventeremo storie e collegamenti provando e riprovando, ogni giorno in mille modi diversi, fino a sentirci immersi ed abbracciati dalla narrazione, fino ad immaginare libri aperti in tutti i nostri passi sulle strade che facciamo tutti i giorni da anni e che ormai non guardiamo neanche più.

L'arte è un'altra cosa ma giocare non costa nulla. Allora, seguendo lo spunto del libro che ci lascia qualche pagina bianca, ecco la mia personale sperimentazione. E voi, che aspettate?

Passeggiata in riva al fiume con amico a quattro zampe

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